venerdì 18 gennaio 2013

La notte di Aciram di Bianca Adelaide Radizzi-Bardoni Acerbis

La notte di Aciram 

di Bianca Adelaide Radizzi-Bardoni Acerbis

Sottotitolo: Racconto dell'abbaglio illusorio nel meraviglioso miraggio utopico della fantastica chimera incantata immaginaria che si fa visione di desiderio e da favola trasforma il vagheggiamento fantasma in incubo.


Questa opera terza di Bianca Adelaide Radizzi-Bardoni Acerbis, "Barba" per i suoi affezionati fan, dalle iniziali di nomi e cognomi, è il più lirico e trasognato dei suoi monumentali romanzi, da lei stessa definiti dark-fantasy-urban-paranormal-morpheus-gothic-lunatic-punk-alternative-indie, forse il migliore dei tre fino ad ora usciti dalla penna della prolifica scrittrice bergamasco-bresciana.
Il romanzo è diviso in 666 capitoli, in ogni capitolo si narra una storia diversa, che non ha appigli di nessun tipo con quanto narrato in precedenza se non l'io narrante, preso, ad ogni capitolo, nel gorgo degli eventi, sempre differenti, ma tutti molto dark-fantasy-urban-paranormal-morpheus-gothic-lunatic-punk-alternative-indie; complesse storie di lotte tra l'oscuro nero e il pallido chiarore, intricate trame di fantasmi, mostri, eventi magici e indecifrabili di ogni tipo e sorta.
A volte il singolo capitolo è quasi solo urban-paranormal o principalmente dark-gothic-alternative o precipuamente fantasy-morpheus-punk-indie, in ogni caso, passando da un capitolo all'altro resta il fatto che non si comprende mai appieno il succedersi degli eventi, la cui circolare incomprensibilità è il vero filo conduttore dell'intera narrazione.
Infatti, al termine di ogni capitolo, Aciram, la principessa di Solenords, che narra le sue fantastiche avventure, scopre che tutto ciò che le è accaduto era solo un sogno, si risveglia alla vita reale che è quella narrata nel capitolo successivo.
Al termine, anch'esso, si rivelerà solo un sogno, dal quale la bella principessa si ridesterà alla nuova realtà, corpo del seguente capitolo, il quale, ovviamente, alla fin fine si scoprirà essere solo un incubo, al suo risveglio la fulgida Aciram entrerà in un nuovo mondo reale, etc. etc.
¡Una "Barba" davvero pazzesca!, che non mancherà di soddisfare i fan scatenati, da mesi in attesa di questa sua nuova fatica.
Chiude il bel romanzo, che degli squallidi detrattori, rosi dall'invidia, hanno osato perfino definire una valida alternativa, in caso di necessità, alla più classica carta a due veli, chiude, dicevamo, il bel romanzo, un epilogo che getta una luce chiarificatrice sull'intera narrazione.
Nell'epilogo la principessa Aciram si desta dall'ultimo dei suoi 666 sogni alle 5:30 di mattina di un cupo e piovoso giovedì di fine marzo, al suono di una fastidiosissima sveglia, dopo una tremenda nottata, complice, forse, una cena a base di impepata di cozze avariate e caponata di peperoni cileni, scoprendo altresì di essere, nella realtà, un tramviere con velate tendenze omosessuali che deve arrivare entro le 6:00 al deposito centrale dei tram per montare al primo turno sul 15 barrato.
Sarà questa la verità vera, oppure solo un sogno dal quale il vero io narrante si desterà nel prossimo, attesissimo romanzo di Bianca Adelaide Radizzi-Bardoni Acerbis?
Lo scopriremo molto presto, il tempo di abbattere un'altro centinaio di ettari di foresta amazzonica e il suo quarto romanzo sarà nelle librerie di tutto il mondo!

Una scarpa piena di nespole di Omobono Veraci

Una scarpa piena di nespole 

di Omobono Veraci

(a cura di Eulalia e Gabriele Veraci)


Esce a sette anni dalla morte di Omobono Veraci, la sua ultima fatica letteraria. Come tutti sappiamo Veraci ci ha lasciato poco più di sette anni orsono a causa sia di una lunga ed atroce malattia, sia di un colpo di pistola alla nuca di un creditore.
Il grande romanziere, giornalista e giocatore d'azzardo non solo ha lasciato un grande vuoto tra i suoi lettori ma anche molti rimpianti ai suoi eredi, oltre ad una notevole mole di debiti.
Proprio gli eredi del Veraci, a distanza di quasi sei anni e dopo il pignoramento delle proprietà del caro estinto nonché di alcune personali, hanno miracolosamente ritrovato alcuni scritti del compianto autore.
Si tratta di numerosi foglietti scritti indubbiamente dall'Omobono con tracce inequivocabili di quel grande romanzo che è "Una scarpa piena di nespole".
In tutto, sommando l'intera preziosa scoperta, si tratta di ben venticinque parole, partendo dalle quali è stato sviluppato il romanzo di ottocentoventotto pagine che ora, finalmente, abbiamo tra le mani.
Alcuni detrattori, sempre pronti a fare della inutile e gratuita dietrologia, affermano che si tratti di una sordida manovra per sfruttare il nome del Veraci e vendere così alcune decine di milioni di copie del suo romanzo postumo.
Come uniche basi per queste assurde e maliziose insinuazioni adducono il fatto che delle venticinque parole ritrovate venti si trovano su due biglietti vergati a mano a guisa di elenco della spesa.
Certo, se quei testi fossero ritrovati tra le carte lasciate da una persona qualunque, potrebbero essere scambiati per l'elenco delle cose da acquistare all'ipercoop, ma, se a lasciare un simile elenco è un Omobono Veraci, ne han ben donde, gli eredi, a vedere fulgida, in quell'elenco, la traccia di un romanzo quasi interamente compiuto.
Scarpe, nespole, zucchine, pomodori, farina, uova, lievito, etc. etc. sembrano un mero sciorinare di prodotti mancanti nella dispensa, quando invece sono già argomento e trama del bel romanzo "Una scarpa piena di nespole"
Proprio in questo romanzo troviamo infatti il meglio, possiamo dire il sunto, di tutta l'opera del Veraci.
I soliti maliziosi fanno notare che, più che un sunto, il romanzo sembra essere un collage di frasi prese a caso dai suoi quindici romanzi precedenti e uniti con un copia e incolla forsennato, come se i curatori, il figlio Gabriele e la sorella Eulalia, fossero pressati da allibratori e usurai imbufaliti.
Ovviamente, essendo un romanzo uscito postumo, essendo la sua ultima e definitiva opera, non si possono non notare alcune ripetizioni, come dei rimandi a romanzi precedenti. Proprio in quel senso di déjà-vu sta la grandezza di questo romanzo, infatti in quell'incalzare di già visto, già sentito e già letto ecco insinuarsi, qua e là, una scarpa, un chilo di nespole, una dozzina di uova.
Come in un enorme ed intricato affresco assistiamo all'opera febbrile, che alla fine tutto ricompone.
Solo quando il pennello dell'autore per sempre si cheta e resta, ecco davanti a noi l'impareggiabile insieme dell'opera compiuta.
Tutto ciò partendo da sole poche parole lasciate dal Veraci, immaginate se avesse lasciato un intero capitolo, oggi avremmo tra le mani una saga in cento volumi!
Accontentiamoci, per ora, di poter finalmente leggere "Una scarpa piena di nespole" nella speranza che, sospinti dal loro insaziabile desiderio di letteratura, gli eredi possano presto ritrovare qualche altro incompiuto del Veraci che faccia rivivere, almeno sulla carta, uno dei più grandi romanzieri degli ultimi cento anni.

Sound Check di C.G. Alte

Sound Check 

di C.G. Alte


Esce oggi ufficialmente in edizione italiana per i tipi di Ballati Bordighera il bellissimo volume "Sound Check" di C.G. Alte.
Questo prezioso volume è un'edizione veramente ricca di addenda della famosa trascrizione testuale del sound check di un gruppo musicale, di cui l'autore non ci rivela il nome.
L'unica notizia certa è che il sound check ebbe inizio alle 13:08 di un pomeriggio estivo nella Berlino nei primi anni novanta, poco dopo la riunificazione delle due germanie.
Corposo e ricco, il volume merita veramente il congruo prezzo di 47 euri.
Oltre, infatti, alle due pagine di trascrizione del sound check, cioè l'opera vera e propria, che si trovano al centro del volume, l'edizione comprende una prefazione di 19 pagine, seguita da un'analisi del contesto storico in cui avvenne il sound check stesso di ben 121 pagine, ricche di riferimenti preziosi per la contestualizzazione dell'evento.
A seguire le 82 pagine di guida alla lettura che precedono il libro vero e proprio, come dicevamo, consta di ben due pagine.
Qui troviamo passi di letteratura pura, eccone un breve estratto:
"Sì, Sì, Sssssì. Prova... prova... AH AH Sì Sì Provaprovaprova... AhAHAHSSSSSSSSSSSSSSSSSSì."
"Mi puoi abbassare la spia?"
"AHAH SìSSSSì"
Dopo queste due intessissime pagine trova meritato spazio un percorso di approfondimento sulla significanza del testo di 58 pagine e un utile parte di compendio sui raccordi narrativi tra le varie parti dell'opera che, in sole 37 pagine, completa il lavoro certosino dell'autore sul testo stesso.
Per finire ecco un percorso iconografico che illustra, con foto e disegni, la location dove si svolse il sound check, senza però mai rivelare quale sia il gruppo musicale che lo eseguì.
Con queste 94 immagini abbiamo quel plus che arricchisce l'edizione e la rende di vero pregio.
A chiusura, e non poteva mancare, una breve analisi critica comparata in 39 pagine, dove ci viene proposto il parere dotto di una decina di esperti del settore del sound check.
Il bel volume chiude con 290 pagine di note e uno snello indice di sole 44 pagine.

Vi consiglio di correre a prenotare "Sound Check" di C.G. Alte presso la vostra libreria di fiducia, a quanto pare ne sono state tirate solo un milione e mezzo di copie e potrebbe andare esarito in pochi giorni, vista la fame che c'è attualmente per opere di codesto livello.

lunedì 7 gennaio 2013

Robot domestici di Schimus D. Guerra

Robot domestici

di Schimus D. Guerra


Pregevole iniziativa della casa editrice "Minimum et Moralia" una piccola realtà made in USA che pubblica in lingua italiana, pur avendo sede in un bel palazzo, poco appariscente, lungo Paradise road a Modesto, nel bellissimo entroterra californiano.
A Modesto i fratelli Blandi sono arrivati da Misurina, nel bellunese, ormai 44 anni fa.
I tre italiani hanno dato inizio con questo primo volume ad un'opera veramente meritoria nel vasto campo dell'editoria.
La "Minimum et Moralia" infatti pubblicherà una serie di romanzi suddivisi in collane per genere; quello che contraddistinguerà però le pubblicazioni dei fratelli Blandi sarà la pacatezza, la modestia, la ragionevolezza, la discrezione.
Ecco quindi che questo primo romanzo dal titolo "Robot domestici" di Schimus D. Guerra, della collana "MPPEF", cioè "Manca Poco Per Essere Fantascienza" apre una (speriamo) lunga serie dedicata a bei volumi che promettono di parlare in forma di romanzo di cose future, ma non troppo, di avvenimenti incredibili, ma solo leggermente incredibili, di eventi che più che strabiliare facciano dire al lettore: "Accidentopolina! Chi la sapeva questa cosa?"
Come si può facilmente intuire dal titolo "Robot domestici" di Schimus D. Guerra è un bel romanzo.
Al centro della storia ci sono Spolvorex, un timido e impacciato robottino che gira per le stanze raccogliendo la polvere e Frullina, una robotessa multifunzione che trita, taglia, sminuzza, impasta e tante altre cose che si possono scoprire nell'appendice del romanzo, dove c'è, in allegato, tutto il manuale di istruzioni in ben otto lingue, inglese, francese, tedesco, spagnolo, cantonese, polacco, swahili e inspiegabilmente, anche in kakauhua, una lingua ormai estinta, parlata anticamente nel Cile pre-colombiano. Per misurato e pacato realismo manca la lingua italiana, introvabile nelle istruzioni di qualunque apparecchio anche nel futuro ipotizzato dal romanzo, così come nella realta di oggigiorno.
A fare da contorno alla bella ma contrastata storia di affetto, l'amore, ovviamente, sarebbe un sentimento decisamente esagerato per la poetica di di Schimus D. Guerra, troviamo molti altri interessanti personaggi, dalle cento sfaccettature. C'è il videocitofono Kiè, un tipo molto impiccione che si occupa dell'apertura del cancello e controlla tutto in tutte le stanze con i suoi occhi onnipresenti; ci sono le sorelle Materassi che inclinano a comando le tre parti in cui sono divise le doghe dei letti; c'è Cromionde, un perfido forno che sa sempre tutto lui e vuol quindi mettere becco nelle più disparate discussioni. Sullo sfondo la storia parallela di dispetti e invidie tra Rasix, un automa rasaerba dispettoso che butta a bella posta i resti del suo lavoro nella piscina per far andare su alcune furie Netta, la dolce ma pacatamente irascibile robottina che mantiene pulita la piscina. Il lento lavorio di Spolvorex per entrare nelle grazie di Frullina ha un momento di lieve impaccio quando Spolvorex viene chiuso in uno sgabuzzino: al suo posto, infatti, arriva AiLucidator, un robot quasi fantascientifico di ultima generazione, che, dopo poche ore dal suo arrivo, già conosce tutti i meandri della casa e spolvera e lucida i pavimenti leggermente meglio di Spolvorex, che era invece solito girare per casa senza una meta precisa, andando a sbattere nei mobili e girandosi dalla parte opposta come un discreto sciocco.
Non voglio anticiparvi nulla, chi l'avrà vinta alla fine? Chi dei due diventerà "un semplice conoscente" di Frullina e chi resterà "uno qualunque che gira per casa"? Frullina preferirà il modo di spolverare lievemente sciocco ed imprevedibile di Spolvorex o quello leggermente più efficace ma un pochino più noioso e ripetitivo di AiLucidator? Comprando e leggendo "Robot domestici" scoprirete cosa ci riserva il futuro, ma non quello molto molto futuro, quello semplicemente anteriore.

Già in previsione per i tipi della "Minimum et Moralia" almeno altre tre collane "AMCG", "EPEM", "AUPESS" dedicate rispettivamente a: "Avventura Ma Con Giudizio", "Erotico Pudico E Morigerato" e, per finire, "Ancora Un Pochino E Sarebbe Spionaggio".
Se l'iniziativa avrà, come tutti speriamo, un grande successo, i fratelli Blandi non escludono di allargare i temi delle collane a tanti altri generi presenti sul mercato del romanzo, con quella pacatezza e quell'equilibrio però che contraddistingue da sempre i loro autori e la linea editoriale della casa editrice "Minimum et Moralia".