giovedì 24 novembre 2011

L'imperatore Domiziano (Quello meno famoso) di Valerio Massimo Mastroianni


L'imperatore Domiziano

(Quello meno famoso)

di Valerio Massimo Mastroianni


Partendo dal ritrovamento di un'antica moneta tardo romana raffigurante l'imperatore Domiziano, Valerio Massimo Mastroianni ci porta indietro nel tempo, fino all'anno 271 d.C.
L'autore, in questo romanzo storico, ci narra, con dovizia di particolari, la storia del breve impero di Domiziano (Quello meno famoso).
Per non indurre in errore i lettori il bravo e puntiglioso Valerio Massimo Mastroianni, già nel titolo, ci tiene a precisare che non si tratta del Domiziano famoso imperatore del primo secolo dopo Cristo, per questo il titolo del corposo romanzo storico è concluso con la dicitura : (Quello meno famoso).
Domiziano II è il penultimo governatore romano della Britannia durante l'impero di Lucio Domizio Aureliano, il quale, nato nel 214 d.C., regnò dal 270 al 275 d.C.
L'impero romano si stà pian piano sfaldando ed è retto ormai da diversi anni da militari; sotto la guida tutt'altro che ferma e autorevole di Lucio Domizio Aureliano, molti dei suoi generali governatori si ribellano e ne usurpano la debole autorità nei territori da loro governati.
Non a caso il suo impero finisce perchè Lucio Domizio Aureliano muore assassinato da un gruppo di suoi soldati ribelli.
In Dalmazia per due anni, dal 271 al 272, si dichiarerà imperatore Settimio, in Siria sarà Giulio Aurelio Settimio Vaballato Atenodoro, figlio di Zenobia di Palmira a prendere il potere dal 271 al 274.
L'impero delle Gallie vedrà succedersi vari usurpatori, da Marco Piavonio Vittorino, che regnerà dal 268 al 271, fino ai due Gaio Pio Esuvio Tetrico, primo e secondo, padre e figlio, dal 271 al 274, mentre contemporaneamente anche Faustino si autoproclamava imperatore delle Gallie tra il 273 e 274.
In questa situazione alquanto caotica, dove sembra che l'anarchia sia il vero imperatore, si staglia fulgida la figura di Domiziano secondo, che sarà imperatore delle Gallie per ben quattro giorni nel 271 d.C.
Senza esagerare nei riferimenti alla situazione precedente e agli sviluppi successivi, il romanzo di Valerio Massimo Mastroianni si concentra nella ricostruzione storica dei quattro intensi giorni di regno dell'imperatore Domiziano secondo.
In oltre 1.300 pagine l'autore ci racconta in modo storicamente ineccepibile l'avventura dell'imperatore, dall'ascesa al potere manu militari fino alla sua morte, giustiziato dai suoi stessi soldati per alto tradimento quattro giorni dopo la sua autoproclamazione a imperatore delle Gallie.
Pur non avendo praticamente nessun documento che ne parli, a parte un breve riferimento in una fonte storica dell'epoca, per altro poco attendibile, Valerio Massimo Mastroianni riesce, con abilità e perseveranza, a ricostruire, dal nulla, un resoconto dettagliatissimo, ricco e avvincente di quei quattro giorni.
Il libro è diviso in quattro parti, dagli emblematici titoli : Giorno primo, Giorno secondo, Giorno terzo e Giorno quarto.
Maggiore risalto viene dato dall'autore ai giorni primo e quarto, perchè in questi giorni vengono narrate le gesta relative all'ascesa al potere di Domiziano II e alla sua caduta in disgrazia con la conseguente condanna a morte.
Più brevi, ma molto interessanti, i due capitoli relativi ai giorni secondo e terzo.
Proprio in questi due capitoli si possono apprezzare le grandi doti dell'imperatore, quando, saldamente al comando dell'impero delle Gallie, impartisce ordini, prende decisioni fondamentali, visita gli ammalati di peste, inaugura opere stradali, giace con diverse concubine, scrive le sue memorie (purtroppo andate perse), pianifica la riconquista di territori passati sotto il controllo dei barbari, detta la ricetta dei rognoni alla Domiziano secondo (ricetta purtroppo andata persa), tiene un discorso pubblico (di cui però abbiamo perso le trascrizioni), detta un'opera teatrale ai suoi scrivani (opera teatrale che non è giunta fino ai giorni nostri), si converte alla religione druidica nel giorno secondo ma capisce il suo errore e torna alla vera fede nel giorno terzo, inventa un importante strumento astronomico il cui nome non risulta dagli annali (i disegni sono purtroppo bruciati in epoca medievale durante l'incendio di Parigi), doma un cavallo di Frisia, cerca un Cercopiteco (senza trovarlo) ... e tante altre cose che potrete scoprire leggendo il romanzo di Valerio Massimo Mastroianni.
Buona lettura dunque, agli estimatori del romanzo storico Valerio Massimo Mastroianni, anche questa volta, ha fatto un grande regalo, certo romanzando le verità storiche, ma avvicinandoci alla storia vera con quel pizzico di inventiva che la rende così reale, così vicina, così interessante da farci divorare queste 1.300 pagine come se fossero acqua fresca.

martedì 8 novembre 2011

Romanzi di Liu Li (Wilbur Grisham), Wui Wu (Patricia King), Xiu Xu (John Cornwell), Hao Hu (Ken Smith) e Meizu Ma (Stephen Follett)


Romanzi

di Liu Li (Wilbur Grisham),

Wui Wu (Patricia King),

Xiu Xu (John Cornwell),

Hao Hu (Ken Smith) e

Meizu Ma (Stephen Follett)


Escono allo scoperto con questa raccolta di racconti (romanzi) i gost writers di autori famosissimi.
Tutti sappiamo infatti che è materialmente impossibile che uno scrittore sforni un libro di centinaia di pagine ogni anno o addirittura più volte all'anno.
Alcuni dovrebbero aver scritto da due a cinque pagine al giorno, tutti i giorni, sabati, domeniche, pasque, natali ... ogni giorno per 20, 30, anche più di 45 anni di fila !!!
Contemporaneamente poi hanno partecipato a interviste, presentazioni, scritto sceneggiature per la tv, il cinema, fatto apparizioni televisive, camei in film vari, gestito associazioni benefiche, fatto figli, sposato mogli, divorziato ... insomma tutti sappiamo che i loro libri li scrive qualcun altro, anzi, qualcun altri !
Per la prima volta però alcuni dei veri autori dei loro best-sellers vengono allo scoperto e ci regalano questa raccolta di racconti che, ovviamente, non ha nulla da invidiare ai campioni di vendita dei loro brand ufficiali.
Questi moderni Kunta Kinte, spezzate le catene che soggiogano la loro inventiva e la loro maestria di scrittori, all'ombra di gente che, al massimo, ha scritto un paio di romanzi all'inzio della carriera, questi grandi ma sconosciuti scrittori inanellano perle di perfezione in questo volume di oltre mille pagine.
Più che racconti infatti si tratta di cinque mini-romanzi, storie compiute e complete, che finalmente possono firmare in prima persona.
Chi stravede per Wilbur Grisham, Patricia King, John Cornwell, Ken Smith o Stephen Follett sicuramente apprezzerà questi romanzi d'autori, dei veri autori, che già hanno scritto molti dei mattoni dei ben più famosi che quei romanzi hanno solo firmato.
Tutti di origine cinese i gost writers vivono e lavorano però per le case editrici americane nei sottoscala della china-town di San Francisco, utilizzando come facciata, per depistare i curiosi, rosticcerie, lavanderie e altri tipici negozi cinesi.
E queste pagine trasudano unto e odore di fritto, sudore all'olio di palma, che cola dalla fronte di questi indefessi lavoratori che, nell'ombra e nel segreto più assoluto, sfornano capolavori conto terzi.
Ora però la verità è finalmente venuta a galla e non c'è da stupirsi se il prossimo best-seller non avrà più stampato in copertina il nome di Wilbur Grisham ma finalmente il nome del suo vero autore : Liu Li !

martedì 4 ottobre 2011

R di Ruud Gullit

di Ruud Gullit


Questo è un romanzo a più mani, infatti dietro allo pseudonimo Ruud Gullit si nasconde un gruppo di 183.738 persone, ognuna delle quali ha scritto solo una parola del romanzo stesso.
Un'opera immane, durata 12 anni, sopratutto per coordinare il lavoro di questo ensemble di autori, tanto c'è voluto  per riuscire a trovare una combinazione di parole e frasi con un senso compiuto.
Ma che risultato !!! Tanta fatica è stata premiata da un'opera unica e coinvolgente, che solo 183.738 persone potevano produrre. Un vero peccato che nel frattempo sette siano morte. Non tutti quindi avranno il piacere di vedere i loro sforzi premiati ma le 183.731 che hanno potuto finalmente tenere fra le mani il corposo volume saranno certamente orgogliose del risultato.
Balzato subito in testa alle classifiche di vendita con 183.731 copie vendute il primo giorno (gli autori avevano prenotato ognuno una copia del libro), R è un'opera corale forse ingiustamente catalogata come romanzo storico.
La storia, il plot, è ambientato nel periodo che va dal 12.000 a.C. fino al 10.000 a.C. quando i ghiacciai piano piano si  ritirarono e il clima divenne molto più mite; l’uomo, favorito dai mutamenti climatici, divenne pastore e coltivatore.
R narra proprio di questa epopea dell'uomo da cacciatore a coltivatore, delle prime coltivazioni di frumento e dell'addomesticamento dei primi animali contemporaneamente alla nascita dei primi villaggi vicino ai fiumi e alle sorgenti d'acqua, necessaria per le coltivazioni.
In un crescendo incessante di avvenimenti si narrano momenti topici della nostra storia ancestrale, come la nascita del primo germoglio di farro nella piana di Giza o lo squartamento della prima pecora nella zona tra il Tigri e l'Eufrate.
Dietro però al racconto, alle ricostruzioni storiche, basate anche sui ritrovamenti archeologici, non si può non scorgere la metafora che allude chiaramente alla corsa dell'uomo verso lo spazio, dal lancio delle prime navicelle, alla conquista del sistema solare, prodromi di una futura conquista delle stelle da parte dell'uomo moderno.
Ed è proprio su questo secondo piano metaforico che R diventa archetipico e si presenta come uno di quei romanzi che segnano una svolta nella letteratura.
Purtroppo pare difficile che questa bellissima esperienza possa ripetersi, R quindi rimarrà il primo e ultimo romanzo di "Ruud Gullit", sembra infatti problematico ritrovare la comunione di intenti che ha permesso a queste 183.738 persone di produrre un tale capolavoro, non foss'altro per il fatto che 7 nel frattempo sono morte.
Non ci stancheremo comunque mai di leggere e rileggere R, sicuramente ad ogni lettura sarà possibile scovare una sempre nuova metafora di qualcos'altro rispetto al racconto e che alla lettura precedente ci era inavvertitamente sfuggita.

giovedì 22 settembre 2011

Blog - La morte arriva da Internet di Gemma Azzolini Pasquazzo

Blog

La morte arriva da Internet 

di Gemma Azzolini Pasquazzo 


Ennesima uscita per la collana di gialli d'autore "I gialli d'autore" della casa editrice "Casa Editrice di Gialli", si tratta di "Blog - La morte arriva da Internet" di Gemma Azzolini Pasquazzo una delle più valide autrici di gialli della casa editrice "Casa Editrice di Gialli".
Questo avvincente romanzo, dove internet è luogo metafisico e reale allo stesso tempo, è uno dei più riusciti della Azzolini Pasquazzo.
Dopo "Tango - La morte danza accanto a te", "Squillo - La morte corre sul filo" e l'indimenticabile "Torta - La morte arriva dal forno" ecco che Gemma affronta il tema di internet, dei blog e, con cognizione di causa, ci porta nell'oscuro e pericoloso mondo del virtuale e in particolare nel mondo dei Blog. La rete, che pian piano avvinghia e soffoca la protagonista, il cui nickname è Parida, fino alla morte prima virtuale e alla fine anche fisica, è il luogo dove si svolgono le indagini di Furbius, il commissario Eleuterio Bricchi, protagonista di tutti i romanzi della Azzolini Pasquazzo, che usa qui questo pseudonimo per entrare nel mondo dei Blog.
Le difficili indagini, come sempre nei romanzi della nostra, partono dalla scena del delitto per ricostruire, mattone dopo mattone, tutto il mondo che circondava la vittima fino alla soluzione del caso da parte di Bricchi.
Parida, il cui vero nome è Genoveffa Novanta, appassionata di lettura e di scrittura crea un blog sull'argomento e comincia a pubblicare brevi racconti.
Man mano il blog si polpola di frequentatori e gli scambi di opinioni e le pubblicazioni degli autori aumentano; le discussioni divengono sempre più accese e Parida, per mantenere il controllo del blog da lei creato e per imporre le proprie idee retrive e le proprie posizioni intolleranti, crea sempre nuovi nick di utenti fittizi, divenendo in breve tempo, da sola, con le sue 46 personalità, la maggior parte dei frequentatori assidui del suo blog.
Le indagini di Furbius appurano che le personalità fittizie create da Genoveffa cominciano, nella sua testa e nel blog stesso, a prendere vita e opinioni proprie ed entrano in conflitto le une con le altre. Lungi dal placare le discussioni od imporre le sue idee, Genoveffa si trova così ben presto a litigare con se stessa nelle sue varie personalità.
Impegnata su mille fronti Parida deve quindi sostenere la scrittura di molti racconti nelle sue molteplici personalità, rintuzzare gli altri frequentatori del blog e litigare anche con se stessa senza farsi scoprire dagli altri.
Con l'andare del tempo questa rete nella rete comincia a stare stretta, a soffocare la povera protagonista; viene infatti trovata morta nella sua stanza da uno dei suoi alter ego, il nickname Survive69, che tornando dal bagno la trova soffocata da un emoticon ancora vivo infilatole a forza in gola dall'assassino.
Come solo un giallo di un autore di classe, il romanzo si conclude con un colpo di scena finale che vi lascerà senza parole; scoprirete infatti solo all'ultima pagina che l'assassino e la vittima sono la stessa persona; si tratta quindi di un suicidio e non di un omicidio anche se l'omicida e la vittima sono due nickname diversi, corrispondono però nella realtà alla stessa persona : Genoveffa Novanta.
Ma non voglio rivelarvi nulla di più del finale per non togliervi il gusto della scoperta durante la lettura.
Già al lavoro sul prossimo romanzo, Gemma Azzolini Pasquazzo, da noi interpellata, non ha voluto rivelarci nulla della prossima indagine del commissario Brizzi, se non il titolo della pubblicazione : "Calli - La morte arriva dalla laguna".

venerdì 16 settembre 2011

俳句 di 芳子 小林 Haiku di Yoshiko Kobayashi


俳句

di 芳子 小林

Haiku

di Yoshiko Kobayashi


Questa raccolta di poesie Haiku di Yoshiko Kobayashi è una vera delizia per i palati più fini.

Nel bel volume troviamo trecentosessantacinque poesie, una per ogni giorno dell'anno, con testo giapponese a fronte.

Nella loro estrema sinteticità le poesie haiku, tre versi di cinque, sette e ancora cinque sillabe rappresentano una delle perle che ci giungono dal lontano oriente.

Yoshiko Kobayashi rappresenta una delle nuove leve della poesia haiku, nata nel 1999, a soli dieci anni, ci propone questi haiku che la giovane talentuosa giapponese compone in modo tutto nuovo.

Studentessa appassionata di informatica infatti la Yoshiko ha sviluppato un programma informatico che estrae sillabe a caso e compone in questo modo le sue speciali poesie haiku, una modalità senza precedenti nella storia letteraria del giappone.
Intrise di grandi significati, questi haiku non necessitano dell'autrice per essere generati, allegato infatti al libro un cd contenente il programma della Yoshiko da installare (versioni per Windows XP/2000/Vista, Mac OS X 10.6 Snow Leopard e Linux) per poter produrre quanti haiku uno desidera.

Io stesso ho provato ad installare il programma su Ubuntu (8.04 "Hardy Heron") ed ecco i primi due haiku generati :

Camba libati
rososa comiun
pettavi giati.

Alvosi tana
bobone mareva lu
tili na vono.

Vi posso assicurare che questi haiku da me generati non sono meno belli e potenti nella loro significanza inespressa e nella loro transeunza di quelli originalmente prodotti dalla stessa Yoshiko.
Nella loro coacervità disordinata alludono a parole e significati in modo ancora più ancestrale e onirico degli haiku "vecchia maniera" che ancora si basavano su parole con un loro proprio significato.

Ecco che la Yoshiko prosegue quel lungo viaggio, iniziato secoli fa e che dalle poesie tanka, formate da 5 versi di 5-7-5-7-7 sillabe, dalla loro esagerata prolissità, piano piano hanno portato agli haiku, di 5-7-5 sillabe ed ora, con gli haiku della Yoshiko Kobayashi arrivano finalmente ad eliminare l'assurdo orpello del senso compiuto delle parole usate nella poesia, alludendo finalmente, sopratutto nella versione giapponese, più ad una parentela con il tratto pittorico dei simboli sulla pagina, che all'inutile significato delle parole.

Non bastasse tutto ciò, la vera rivoluzione è il taglio netto e definitivo della dipendenza del lettore dal cosidetto "autore", con l'uso del programma della Kobayashi io, il lettore, non avrò mai più bisogno di lei, l'autrice, perchè sarà il programma da lei fornito a produrre quando io vorrò un nuovo haiku.
Intelligente la decisione dell'editore di fornire il testo in giapponese, spesso molto più significativo, nella sua pittoricità, della traduzione in italiano che ho trovato in molti casi raffazzonata e non aderente all'originale e, per sua natura, non altrettanto esteticamente carica di significato.

Per chi avesse poi acquistato da poco un computer con il nuovo sistema operativo Windows 7, niente paura, il programma funziona perfettamente anche sul nuovo sistema, anche se non esplicitamente indicato sul cd allegato, probabilmente prodotto prima del nuovo SO di Microsoft.

lunedì 29 agosto 2011

Teoria e pratica dell'allevamento della coturnice di Peccio Frangicapane

Teoria e pratica dell'allevamento della coturnice 

di Peccio Frangicapane


Questo interessantissimo romanzo d'avventura è stata la mia ultima lettura.
Fragrante, iconoclasta, presbiteriano e caracollato quel tanto che basta è sicuramente una piacevole sorpresa per il lettore che non conosce la poetica assolata e triste di Fragicapane.
Partendo dalle nozioni teoriche sulla coturnice, in particolare della Alectoris graeca whitakeri, la sottospecie endemica in Sicilia, sul suo essere uccello galliforme, sul suo canto melodioso e particolare, l'autore ci accompagna, tenendoci per mano, fino alla gestione pratica dell'allevamento, compresa l'apertura della partita IVA e come ottenere gli incentivi europei per gli allevamenti di fagianiformi edibili.
Struggenti i passaggi dove l'autore si dilunga nel descrivere come sia la coturnice che i ciukar, un tempo ritenuti una specie unica di uccelli galliformi, abbiano visto man mano ridursi il loro areale di potenziale diffusione per colpa dell'uomo.
Ma con l'aiuto di questo romanzo epico, si possono apprendere teoria e tecniche pratiche per fermare questo scempio e, seppure in un allevamento intensivo a scopo culinario, fermare la triste sorte della coturnice e bloccarne l'estinzione.
In appendice poi anche dodici ricette per gustare la squisita carne di coturnice al forno, in fricassea e in dieci altri squisiti manicaretti.

venerdì 19 agosto 2011

Il detective Vamp e il codice stregato di Vanessa McGranitt

Il detective Vamp e il codice stregato 

di Vanessa McGranitt



Immagino già l'espressione interrogativa stampata sui visi dei miei venticinque lettori, adusi a recensioni di autori ben più blasonati e romanzi di grande levatura.

Come mai, vi starete chiedendo, il nostro recensore preferito ha letto un romanzo di tal fatta ?

Vi sono debitore quindi del racconto di come, casualmente, mi sia capitato tra le mani questo romanzo.

Proprio ieri mi sono recato alla Celato, la casa editrice che ogni anno pubblica il mio "Annuario di Recensioni Colte", la raccolta delle mie recensioni pubblicate sul quotidiano di proprietà della stessa casa editrice, per rinnovare il mio contratto in esclusiva ... mentre discutevo amabilmente con il responsabile amministrativo ecco palesarsi il Dottor Celato in persona. Con la sua consueta e nota acutezza mi consigliava caldamente la lettura e recensione del romanzo "Il detective Vamp e il codice stregato", appena pubblicato proprio per i tipi di Celato, come tramite per un sottile ripensamento.

Pur essendo restio in linea generale a leggere e vieppiù recensire romanzi come questo, nel caso specifico devo dare atto al Dottor Celato di avermi disvelato un mondo che troppo a lungo ho snobbato.

La fatica della McGranitt non sarà forse originalissima, essendo la versione cartacea della sceneggiatura dell'omonimo film, ma non posso negare che mi abbia piacevolmente stupito per la profondità dei dialoghi e l'accuratezza delle descrizioni.

Non c'è dubbio che il romanzo strizzi l'occhio alla moda delle storie di vampiri, infatti il detective Vamp è ovviamente un vampiro, le cui indagini si svolgono quindi esclusivamente di notte.

Forse scontato il finale, la soluzione dell'enigma investigativo avviene proprio una notte di luna piena e l'assassino viene individuato da Vamp seguendone l'odore del sangue che gocciola da una ferita. Ma con quale maestria, con che sottigliezza, Vanessa riempe il vuoto tra dialoghi e azioni del film con accurate descrizioni della notte, delle trasfigurazioni del detective da uomo a vampiro !

Deliziosi poi gli interrogatori che Vamp effettua azzannando al collo i malcapitati testimoni.

Forse eccessiva la commistione tra il filone delle saghe vampiresche e la strizzatina d'occhi al filone dei codici segreti; per non parlare del fatto che il codice segreto, il cui possesso dona il potere assoluto, per il quale avvengono 245 omicidi, sia anche stregato da un mago adolescente che con la sua bacchetta magica, nel finale, offrirà a Vamp, come ricompensa, la dissoluzione della maledizione che lo rende vampiro. Proprio nel finale si coglie la profondità del romanzo, nel dilemma di Vamp tra il restare vampiro e quindi detective rinunciando così all'amore della bella Donna o accettare l'aiuto del giovane Ceramist che può fare di lui un essere umano "normale" e insegnargli anche ad usare i videogames.

Essendo già in lavorazione il seguito, "Il detective Vamp e la mummia incantata", il finale risulta prevedibile : Vamp infatti sceglierà di restare vampiro e solitario, diventando comunque un campione di videogames.

Malgrado la prevedibilità le ultime pagine restano decisamente le migliori del romanzo, lasciando un senso di leggerezza e di sollievo, come se il lettore si sentisse liberato da un peso.

Buona lettura !

martedì 16 agosto 2011

Acconti di racconti di Enula Metrangolo

Acconti di racconti 

di Enula Metrangolo


L'ho appena finito : è geniale !!!
Di cosa parlo ?
Parlo di "Acconti di racconti", una raccolta di inizi di racconti non terminati, ultimo libro dato alle stampe da Enula Metrangolo, la scrittrice lombarda più premiata nel nuovo millennio, ebbene : è un vero gioiello della letteratura moderna.
Il giudizio non può essere più netto : si tratta addirittura di un nuovo filone della letteratura, mai tentato prima da nessun autore.
Nel libro, in sole 230 pagine, ci sono 230 inizi, o "acconti" come li definisce la Metrangolo, di racconti.
Il lettore, ogni lettore, può continuare, con la propria fantasia o immaginazione e terminare il racconto come meglio crede.
Non solo, il libro può essere letto e riletto infinite volte alla ricerca di infiniti finali per ogni racconto appena abbozzato dall'autrice.
Questi acconti infatti sono solo dei brevi accenni, solitamente presentano solo dei personaggi o delle situazioni, spesso terminano con una frase troncata a metà, lasciando così al lettore un grande margine per poter spaziare oltre il testo di Enula.
Come è facile intuire in rete sono già apparsi numerosi forum di appassionati lettori della Metrangolo che fanno a gara nel terminare i suoi racconti, in alcuni casi le cose sono trascese : durante diversi incontri-letture vari "finalisti" (nel senso di estensori di finali dei racconti della Metrangolo) sono venuti alle mani.
A Gorizia una rissa è terminata con l'arrivo della polizia, venti fermi, otto feriti, uno dei quali ha perso un occhio e in parte anche la passione per la sua scrittrice preferita.
Lasciando perdere questi eccessi non si può negare che il fermento nato attorno alla grande idea della Metrangolo sta polarizzando il pubblico, diviso tra detrattori e ammiratori, spesso entrambi più per partito preso che per motivata convinzione.
Per invogliarvi a leggere questa raccolta di inizi di racconti ve ne propongo un paio a caso, non per forza i migliori, ma due esempi che valgono più di mille parole.

Pagina 128 : L'ufficio postale.

Anna si interruppe di colpo, nel bel mezzo del discorso : c'era puzza di bruciato !
Corse, imprecando, verso la cucina, dove una sogliola stava passando dal cotto al carbonizzato riempiendo di una nebbiolina densa e fitta tutta la stanza.
Sempre imprecando Anna spense il gas e gettò la pentola, compresa la sogliola, nel lavandino facendoci scorrere sopra l'acqua in un tripudio di sfrigolii e di fumo.
Non si era ancora del tutto ripresa dall'incidente culinario quando

Pagina 226 : Opinione divisa.

Sono nato nel 1492, un anno importante, fondamentale, esiziale, ma questo io allora non lo sapevo, non lo seppi nemmeno in età adulta, non lo seppi mai, quanto fosse importante, fino al giorno della mia morte.
Fossi nato l'anno precedente o l'anno successivo, per me, non sarebbe cambiato nulla, nemmeno una virgola di tutta la mia vita, certamente però sarebbe cambiato il quando della mia morte, il dove della mia morte, il perchè della mia morte e questo è fondamentale : la morte a volte illumina di un senso tutta la vita di un uomo.
Ma torniamo al giorno della mia nascita, il grido, tanto a lungo represso, si libera dal mio petto : è venerdì 12 ottobre 1492 e io comincio a piangere e strillare.
Mia madre invece, nello stesso istante

Correte a comparlo, "Acconti di racconti" è questo e molto altro ancora !!!

venerdì 12 agosto 2011

Il cortile accanto di Ilyich Spiridon Konstikovic

Il cortile accanto 

di Ilyich Spiridon Konstikovic


Il grande autore russo ci stupisce ancora una volta con questo corposo romanzo di oltre quattromila pagine che lo fa entrare di diritto nell'olimpo dei grandi autori russi, consacrandolo se non come il migliore tra questi, sicuramente come il più prolisso.
Nato in Russia da genitori di origine ucraina proprio il giorno dell'ascesa al potere di Brežnev, i genitori gli diedero come primo nome il secondo nome del grande statista; il secondo nome proviene invece dal primo nome del nonno morto sul caucaso durante la seconda guerra mondiale.
Libertario nell'animo ma pavido all'inverosimile Konstikovic, poeta e narratore, non osa mai palesare la sua critica al regime, memore forse di quanto occorso prima a Solgenitsin, decide per un genere intimista e allusorio, che più che dire, accenna, più che raccontare, descrive, più che narrare, pennella.
Sin dalle prime opere, sia in versi che in prosa, questa sua poetica del non detto lo porta a scrivere opere di grande struggimento, prive del ben che minimo fatto, azione o accadimento.
Col passare degli anni la sua scelta man mano si estremizza e i suoi scritti sono sempre più un susseguirsi di parole, che danno un senso di ritmo, dove anche le emozioni sono solo suggerite, dove l'empatia stessa deve essere suscitata più dal lettore che dall'autore.
Dietro questo scrivere, che i detrattori ignoranti non tardano a definire "palloso", si nascondono tumulti dell'anima che l'autore non dice e non spiega, a cui nemmeno accenna; proprio il loro essere così ben nascosti dietro ad immagini e descrizioni apparentemente fini a se stesse, rende questi tumulti, solo intuiti dal lettore, così particolari, quasi unici, rintracciabili dentro una oscura densità, certo con grande sforzo, solo nelle opere di Konstikovic.
L'apice di questo sforzo immane di Konstikovic nel ricercare la parola esente da un qualsiasi coinvolgimento, addirittura avulsa da un vero e proprio significato, ha portato l'autore al romanzo "Il cortile accanto".
L'autore, senza mai dirlo, immagina lo stupore, naturalmente non descritto, di un se stesso in tenera età alla scoperta del cortile accanto alla sua casa di Aprelevka, paesino vicino a Mosca, che comunque nel romanzo non viene mai citato; probabilmente un cortile che l'autore non ha mai realmente visitato da bambino e sicuramente nemmeno in età più matura.
Tutte allusive e pregnati di significati le descrizioni delle singole crepe dei vasi contenenti rosmarino e salvia o la dettagliatissima parte, dieci capitoli, della lunga fila di formiche che Ilyich descrive una ad una non tralasciando le particolarità che le distinguono così bene l'una dall'altra.
Risultano forse un tantino forzate le duecento pagine di descrizioni della parte centrale del cortile dove, non avendo appigli descrittivi degni di nota, l'autore arriva nel dettaglio, partendo dai granelli di sabbia e passando dagli atomi fino alla descrizione di ogni singolo quark.
Se da una parte la poesia delle accurate descrizione dei loro sapori : la bellezza, il fascino, la verità e la stranezza, rende sublimi quelle pagine, d'altro canto, a volte, possono arrivare a diventare stucchevoli e addirittura noiose per un lettore poco avvezzo alla teoria cromodinamica quantisca dei fermioni.
D'altra parte non ce la sentiamo, come critici, di biasimare Konstikovic, come si può infatti pretendere di definirsi "lettore" se non si conoscono in modo approfondito le teorie dei quanti, la cromodinamnica quantistica, le differenze tra fermioni, mesoni e leptoni ?
Leggere significa comprendere, se non si hanno gli strumenti basilari : meglio desistere !
Il romanzo "Il cortile accanto" esce oggi anche in Italia, finalmente, a trent'anni dalla sua prima edizione in russo, anni passati da Olga Dimitrova a tradurre le oltre quattromila pagine, un'opera alquanto impegnativa anche per la traduttrice.
Senza nulla togliere alla Dimitrova e alla sua traduzione avremmo preferito decisamente una versione con testo russo a fronte e con una cariola per il trasporto del volume, che, non possiamo negarlo, sarebbe diventato di difficile trasporto.
Accontentiamoci quindi della versione tradotta che, pur perdendo qualcosa nel passaggio dal russo all'italiano, sicuramente coi suoi diciannove kilogrammi, risulta perlomeno di più facile trasporto e lettura.
Purtroppo ci tocca segnalare che l'ultimo romanzo di Konstikovic, "L'elenco", una versione romanzata dell'elenco del telefono del distretto telefonico di Mosca, uscito incompiuto poco dopo la sua morte (l'autore era arrivato alla lettera Ja), giace ancora non tradotto nelle cantine delle case editrici italiane, pronte a pubblicare qualunque librucolo venga loro proposto invece di rendere possibile leggere capolavori di tal fatta anche a chi, al contrario di me, non conosce la lingua russa.