mercoledì 8 febbraio 2012

La ragazza dei castelli che odiano il fuoco di carta di Abebe Kabila

La ragazza dei castelli che odiano il fuoco di carta

di Abebe Kabila


Riporto qui l'incipit del romanzo thriller "La ragazza dei castelli che odiano il fuoco di carta" di Abebe Kabila, campione di incassi ormai da ben tre stagioni letterarie, perchè, da subito, dà un'idea precisa del romanzo: "Caro lettore, la verità che sta dietro a tutta questa storia, che vado a raccontarti, è un segreto segretissimo, che più segreto non c'è."
Da qui in poi la trama di questo thriller si fa complessa ed intricata. Non voglio svelarvi nulla per non togliervi il gusto della lettura, una lettura che sicuramente vi terrà attaccati al libro di Kabila fino alla fine, senza riuscire a staccare gli occhi da quelle pagine se non per una pisciatina ogni tanto.
Siccome tra i motivi per cui staccare lo sguardo non c'è l'ingurgitare cibo, la lettura vi porterà anche a dimagrire di circa 5 chilogrammi (per le donne una taglia in meno!).
Mi limiterò ad elencare in che ambiti oscuri e tramosi si dipanano gli oscuri e tramosi tentacoli di questa storia così complessa, oscura e tramosa, che solo Kabila avrebbe, ed ha, saputo scrivere.
Storie segretissime legate al nazismo, al fascismo, al comunismo e al positivismo. Oscuri simboli dispersi in rete tramite criptiche pagine web poi oscurate da autorità onnipresenti, compiacenti e conniventi.
Società segrete che per scopi segreti nascondo innominabili segreti in stanze introvabili dentro castelli sperduti in lande desolate e buie.
Persone disperse, assassinate o scomparse, forse occultate come cadaveri, forse nascoste per sfuggire a killer e assassini prezzolati da aziende coinvolte in trame internazionali per folli progetti con il solo scopo di mettere a tacere voci incontrollate legate a notizie non dimostrabili di affari loschi.
Non mancano ovviamente, fughe, corse in macchina, gite sul lago (in battello), pick-nick, grigliate (sia di carne che di pesce), salti inaspettati nel tempo e nello spazio, flash-back e flash-forward, galline ammazzate in modo rituale e sangue, tanto sangue, sangue a fiumi.
Torture di ogni tipo, squartamenti, ignare casalinghe fatte a fettine un poco alla volta, Ferrari parcheggiate in doppia fila rigate con le chiavi di casa, cavedani venduti per lucci, insomma molte scene forti che il lettore di thriller saprà apprezzare per la loro crudezza e la loro liricità intrisa di cattiveria e olio di semi di girasole.
Sullo sfondo della complicatissima e intricatissima trama del romanzo non mancano le descrizioni della Parigi notturna, della Berlino pomeridiana, della Londra mattutina, della Roma ore pasti, della Stoccolma invernale e della Siviglia estiva.
Mancano forse, per dirla tutta, le mezze stagioni ad Atene e gli aperitivi milanesi, ma non si può pretendere tutto!
C'è, quindi, molta carne al fuoco nelle 888 pagine del romanzo; Abebe ci trasporta con maestria e poeticità innegabili lungo percorsi a dir poco complessi e intriganti, oltre che intricati, fino al finale inaspettato e catartico.
Nelle ultime pagine non possono che affiorare le domande che ci inseguono come ombre lungo tutto il romanzo, chi ha fatto cosa, quando e perchè? Dove? A chi giova? Come mai non si capisce? Quando è iniziato tutto? Come spiegare tante morti, tanto dolore e tanto sangue versato? Cosa si nasconde dietro tutto questo?
Confesso che mi ha lasciato un po' perplesso il finale del romanzo, che i moltissimi estimatori di Kabila acriticamente definiscono geniale e transeunte, ma che a me ha lasciato un pochino di amaro in bocca.
Abebe Kabila infatti conclude il suo thriller così: "Caro lettore, la verità che sta dietro a tutta questa storia è un segreto segretissimo (io te l'avevo detto fin dall'inizio, rileggiti l'incipit se non ci credi!); tu lo sai tenere un segreto? Io sì!"
L'autore, quindi, conclude senza svelare nulla dell'intricatissima matassa che ha costruito lungo le 888 pagine del libro, tenendo per sé la soluzione della storia.
Con tristezza dobbiamo constatare che a Qualcuno non deve essere sembrato comunque sufficiente questo finale, visto che il povero Abebe Kabila è stato freddato con 7 colpi di pistola nell'androne della sua casa di Marrakesh pochi mesi dopo l'uscita della sua "trilogia in un solo libro", come lui stesso aveva definito il romanzo "La ragazza dei castelli che odiano il fuoco di carta". Sopra il suo corpo insanguinato solo un foglietto di carta con scritto: "Non si sa mai".