lunedì 29 agosto 2011

Teoria e pratica dell'allevamento della coturnice di Peccio Frangicapane

Teoria e pratica dell'allevamento della coturnice 

di Peccio Frangicapane


Questo interessantissimo romanzo d'avventura è stata la mia ultima lettura.
Fragrante, iconoclasta, presbiteriano e caracollato quel tanto che basta è sicuramente una piacevole sorpresa per il lettore che non conosce la poetica assolata e triste di Fragicapane.
Partendo dalle nozioni teoriche sulla coturnice, in particolare della Alectoris graeca whitakeri, la sottospecie endemica in Sicilia, sul suo essere uccello galliforme, sul suo canto melodioso e particolare, l'autore ci accompagna, tenendoci per mano, fino alla gestione pratica dell'allevamento, compresa l'apertura della partita IVA e come ottenere gli incentivi europei per gli allevamenti di fagianiformi edibili.
Struggenti i passaggi dove l'autore si dilunga nel descrivere come sia la coturnice che i ciukar, un tempo ritenuti una specie unica di uccelli galliformi, abbiano visto man mano ridursi il loro areale di potenziale diffusione per colpa dell'uomo.
Ma con l'aiuto di questo romanzo epico, si possono apprendere teoria e tecniche pratiche per fermare questo scempio e, seppure in un allevamento intensivo a scopo culinario, fermare la triste sorte della coturnice e bloccarne l'estinzione.
In appendice poi anche dodici ricette per gustare la squisita carne di coturnice al forno, in fricassea e in dieci altri squisiti manicaretti.

venerdì 19 agosto 2011

Il detective Vamp e il codice stregato di Vanessa McGranitt

Il detective Vamp e il codice stregato 

di Vanessa McGranitt



Immagino già l'espressione interrogativa stampata sui visi dei miei venticinque lettori, adusi a recensioni di autori ben più blasonati e romanzi di grande levatura.

Come mai, vi starete chiedendo, il nostro recensore preferito ha letto un romanzo di tal fatta ?

Vi sono debitore quindi del racconto di come, casualmente, mi sia capitato tra le mani questo romanzo.

Proprio ieri mi sono recato alla Celato, la casa editrice che ogni anno pubblica il mio "Annuario di Recensioni Colte", la raccolta delle mie recensioni pubblicate sul quotidiano di proprietà della stessa casa editrice, per rinnovare il mio contratto in esclusiva ... mentre discutevo amabilmente con il responsabile amministrativo ecco palesarsi il Dottor Celato in persona. Con la sua consueta e nota acutezza mi consigliava caldamente la lettura e recensione del romanzo "Il detective Vamp e il codice stregato", appena pubblicato proprio per i tipi di Celato, come tramite per un sottile ripensamento.

Pur essendo restio in linea generale a leggere e vieppiù recensire romanzi come questo, nel caso specifico devo dare atto al Dottor Celato di avermi disvelato un mondo che troppo a lungo ho snobbato.

La fatica della McGranitt non sarà forse originalissima, essendo la versione cartacea della sceneggiatura dell'omonimo film, ma non posso negare che mi abbia piacevolmente stupito per la profondità dei dialoghi e l'accuratezza delle descrizioni.

Non c'è dubbio che il romanzo strizzi l'occhio alla moda delle storie di vampiri, infatti il detective Vamp è ovviamente un vampiro, le cui indagini si svolgono quindi esclusivamente di notte.

Forse scontato il finale, la soluzione dell'enigma investigativo avviene proprio una notte di luna piena e l'assassino viene individuato da Vamp seguendone l'odore del sangue che gocciola da una ferita. Ma con quale maestria, con che sottigliezza, Vanessa riempe il vuoto tra dialoghi e azioni del film con accurate descrizioni della notte, delle trasfigurazioni del detective da uomo a vampiro !

Deliziosi poi gli interrogatori che Vamp effettua azzannando al collo i malcapitati testimoni.

Forse eccessiva la commistione tra il filone delle saghe vampiresche e la strizzatina d'occhi al filone dei codici segreti; per non parlare del fatto che il codice segreto, il cui possesso dona il potere assoluto, per il quale avvengono 245 omicidi, sia anche stregato da un mago adolescente che con la sua bacchetta magica, nel finale, offrirà a Vamp, come ricompensa, la dissoluzione della maledizione che lo rende vampiro. Proprio nel finale si coglie la profondità del romanzo, nel dilemma di Vamp tra il restare vampiro e quindi detective rinunciando così all'amore della bella Donna o accettare l'aiuto del giovane Ceramist che può fare di lui un essere umano "normale" e insegnargli anche ad usare i videogames.

Essendo già in lavorazione il seguito, "Il detective Vamp e la mummia incantata", il finale risulta prevedibile : Vamp infatti sceglierà di restare vampiro e solitario, diventando comunque un campione di videogames.

Malgrado la prevedibilità le ultime pagine restano decisamente le migliori del romanzo, lasciando un senso di leggerezza e di sollievo, come se il lettore si sentisse liberato da un peso.

Buona lettura !

martedì 16 agosto 2011

Acconti di racconti di Enula Metrangolo

Acconti di racconti 

di Enula Metrangolo


L'ho appena finito : è geniale !!!
Di cosa parlo ?
Parlo di "Acconti di racconti", una raccolta di inizi di racconti non terminati, ultimo libro dato alle stampe da Enula Metrangolo, la scrittrice lombarda più premiata nel nuovo millennio, ebbene : è un vero gioiello della letteratura moderna.
Il giudizio non può essere più netto : si tratta addirittura di un nuovo filone della letteratura, mai tentato prima da nessun autore.
Nel libro, in sole 230 pagine, ci sono 230 inizi, o "acconti" come li definisce la Metrangolo, di racconti.
Il lettore, ogni lettore, può continuare, con la propria fantasia o immaginazione e terminare il racconto come meglio crede.
Non solo, il libro può essere letto e riletto infinite volte alla ricerca di infiniti finali per ogni racconto appena abbozzato dall'autrice.
Questi acconti infatti sono solo dei brevi accenni, solitamente presentano solo dei personaggi o delle situazioni, spesso terminano con una frase troncata a metà, lasciando così al lettore un grande margine per poter spaziare oltre il testo di Enula.
Come è facile intuire in rete sono già apparsi numerosi forum di appassionati lettori della Metrangolo che fanno a gara nel terminare i suoi racconti, in alcuni casi le cose sono trascese : durante diversi incontri-letture vari "finalisti" (nel senso di estensori di finali dei racconti della Metrangolo) sono venuti alle mani.
A Gorizia una rissa è terminata con l'arrivo della polizia, venti fermi, otto feriti, uno dei quali ha perso un occhio e in parte anche la passione per la sua scrittrice preferita.
Lasciando perdere questi eccessi non si può negare che il fermento nato attorno alla grande idea della Metrangolo sta polarizzando il pubblico, diviso tra detrattori e ammiratori, spesso entrambi più per partito preso che per motivata convinzione.
Per invogliarvi a leggere questa raccolta di inizi di racconti ve ne propongo un paio a caso, non per forza i migliori, ma due esempi che valgono più di mille parole.

Pagina 128 : L'ufficio postale.

Anna si interruppe di colpo, nel bel mezzo del discorso : c'era puzza di bruciato !
Corse, imprecando, verso la cucina, dove una sogliola stava passando dal cotto al carbonizzato riempiendo di una nebbiolina densa e fitta tutta la stanza.
Sempre imprecando Anna spense il gas e gettò la pentola, compresa la sogliola, nel lavandino facendoci scorrere sopra l'acqua in un tripudio di sfrigolii e di fumo.
Non si era ancora del tutto ripresa dall'incidente culinario quando

Pagina 226 : Opinione divisa.

Sono nato nel 1492, un anno importante, fondamentale, esiziale, ma questo io allora non lo sapevo, non lo seppi nemmeno in età adulta, non lo seppi mai, quanto fosse importante, fino al giorno della mia morte.
Fossi nato l'anno precedente o l'anno successivo, per me, non sarebbe cambiato nulla, nemmeno una virgola di tutta la mia vita, certamente però sarebbe cambiato il quando della mia morte, il dove della mia morte, il perchè della mia morte e questo è fondamentale : la morte a volte illumina di un senso tutta la vita di un uomo.
Ma torniamo al giorno della mia nascita, il grido, tanto a lungo represso, si libera dal mio petto : è venerdì 12 ottobre 1492 e io comincio a piangere e strillare.
Mia madre invece, nello stesso istante

Correte a comparlo, "Acconti di racconti" è questo e molto altro ancora !!!

venerdì 12 agosto 2011

Il cortile accanto di Ilyich Spiridon Konstikovic

Il cortile accanto 

di Ilyich Spiridon Konstikovic


Il grande autore russo ci stupisce ancora una volta con questo corposo romanzo di oltre quattromila pagine che lo fa entrare di diritto nell'olimpo dei grandi autori russi, consacrandolo se non come il migliore tra questi, sicuramente come il più prolisso.
Nato in Russia da genitori di origine ucraina proprio il giorno dell'ascesa al potere di Brežnev, i genitori gli diedero come primo nome il secondo nome del grande statista; il secondo nome proviene invece dal primo nome del nonno morto sul caucaso durante la seconda guerra mondiale.
Libertario nell'animo ma pavido all'inverosimile Konstikovic, poeta e narratore, non osa mai palesare la sua critica al regime, memore forse di quanto occorso prima a Solgenitsin, decide per un genere intimista e allusorio, che più che dire, accenna, più che raccontare, descrive, più che narrare, pennella.
Sin dalle prime opere, sia in versi che in prosa, questa sua poetica del non detto lo porta a scrivere opere di grande struggimento, prive del ben che minimo fatto, azione o accadimento.
Col passare degli anni la sua scelta man mano si estremizza e i suoi scritti sono sempre più un susseguirsi di parole, che danno un senso di ritmo, dove anche le emozioni sono solo suggerite, dove l'empatia stessa deve essere suscitata più dal lettore che dall'autore.
Dietro questo scrivere, che i detrattori ignoranti non tardano a definire "palloso", si nascondono tumulti dell'anima che l'autore non dice e non spiega, a cui nemmeno accenna; proprio il loro essere così ben nascosti dietro ad immagini e descrizioni apparentemente fini a se stesse, rende questi tumulti, solo intuiti dal lettore, così particolari, quasi unici, rintracciabili dentro una oscura densità, certo con grande sforzo, solo nelle opere di Konstikovic.
L'apice di questo sforzo immane di Konstikovic nel ricercare la parola esente da un qualsiasi coinvolgimento, addirittura avulsa da un vero e proprio significato, ha portato l'autore al romanzo "Il cortile accanto".
L'autore, senza mai dirlo, immagina lo stupore, naturalmente non descritto, di un se stesso in tenera età alla scoperta del cortile accanto alla sua casa di Aprelevka, paesino vicino a Mosca, che comunque nel romanzo non viene mai citato; probabilmente un cortile che l'autore non ha mai realmente visitato da bambino e sicuramente nemmeno in età più matura.
Tutte allusive e pregnati di significati le descrizioni delle singole crepe dei vasi contenenti rosmarino e salvia o la dettagliatissima parte, dieci capitoli, della lunga fila di formiche che Ilyich descrive una ad una non tralasciando le particolarità che le distinguono così bene l'una dall'altra.
Risultano forse un tantino forzate le duecento pagine di descrizioni della parte centrale del cortile dove, non avendo appigli descrittivi degni di nota, l'autore arriva nel dettaglio, partendo dai granelli di sabbia e passando dagli atomi fino alla descrizione di ogni singolo quark.
Se da una parte la poesia delle accurate descrizione dei loro sapori : la bellezza, il fascino, la verità e la stranezza, rende sublimi quelle pagine, d'altro canto, a volte, possono arrivare a diventare stucchevoli e addirittura noiose per un lettore poco avvezzo alla teoria cromodinamica quantisca dei fermioni.
D'altra parte non ce la sentiamo, come critici, di biasimare Konstikovic, come si può infatti pretendere di definirsi "lettore" se non si conoscono in modo approfondito le teorie dei quanti, la cromodinamnica quantistica, le differenze tra fermioni, mesoni e leptoni ?
Leggere significa comprendere, se non si hanno gli strumenti basilari : meglio desistere !
Il romanzo "Il cortile accanto" esce oggi anche in Italia, finalmente, a trent'anni dalla sua prima edizione in russo, anni passati da Olga Dimitrova a tradurre le oltre quattromila pagine, un'opera alquanto impegnativa anche per la traduttrice.
Senza nulla togliere alla Dimitrova e alla sua traduzione avremmo preferito decisamente una versione con testo russo a fronte e con una cariola per il trasporto del volume, che, non possiamo negarlo, sarebbe diventato di difficile trasporto.
Accontentiamoci quindi della versione tradotta che, pur perdendo qualcosa nel passaggio dal russo all'italiano, sicuramente coi suoi diciannove kilogrammi, risulta perlomeno di più facile trasporto e lettura.
Purtroppo ci tocca segnalare che l'ultimo romanzo di Konstikovic, "L'elenco", una versione romanzata dell'elenco del telefono del distretto telefonico di Mosca, uscito incompiuto poco dopo la sua morte (l'autore era arrivato alla lettera Ja), giace ancora non tradotto nelle cantine delle case editrici italiane, pronte a pubblicare qualunque librucolo venga loro proposto invece di rendere possibile leggere capolavori di tal fatta anche a chi, al contrario di me, non conosce la lingua russa.